SNaviga nel patrimonio culturale di Milano. Scopri cosa puoi vedere a Milano, in un giorno, a piedi.
In un mondo sempre più frenetico com’è quello del Ventunesimo secolo, anche le giornate votate alla vacanza hanno bisogno di capitalizzare. Nulla è lasciato al caso o all’improvvisazione. Bisogna ottenere il massimo possibile con il minimo tempo a disposizione.
Se non sai cosa vedere a Milano in un giorno a piedi, ecco alcuni suggerimenti per te, elaborati come farebbe un bravo businessman di successo, ma senza dimenticare la poesia. Perché “medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.” (L’attimo fuggente, 1989)
Mi sono chiesta: un itinerario può sempre andare bene per chiunque? Naturalmente no. Allora ricorrendo ad alcuni personaggi di libri famosi, ho immaginato diversi tipi di turisti in giro per Milano, lasciandomi guidare dai loro gusti, ho stilato dei mini-tour:
Partendo dalla fermata Carrobbio del Tram n.3, procedendo in direzione sud lungo Corso di Porta Ticinese inizia la lunga passeggiata che porterà all’Arco di Porta Ticinese, quindi ai confini della zona dei Navigli. Il consiglio è di non avere fretta. Di osservare le Colonne di San Lorenzo, di ammirare i murales presenti e nascosti su quasi ogni muro dei palazzi che si ergono sulla via e di godere di ogni passo.
Le Colonne di San Lorenzo prendono il nome dall’omonima basilica presso la quale sono state collocate. In realtà sono di epoca tardo romana e rappresentano uno dei rari reperti dell’antica Mediolanum, miracolosamente scampati alla furia dei Goti, e ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
Dopo circa dieci minuti di cammino, sempre in zona, sorge e ne consiglio una visita al suo interno, la chiesa di Sant’Eustorgio. Probabilmente tra le più belle chiese della città. Vi è conservato il sarcofago romano che fino al 1162 custodiva le spoglie di Gaspare, Melchiorre e Baldassare, i re Magi della tradizone cristiana, portate da Costantinopoli fin qui dallo stesso Sant’Eustorgio. Pagando un biglietto di 6 € si può accedere alla cappella Portinai, visitare il complesso museale e accedere al cimitero paleocristiano, sotto la basilica. All’interno della cappella sono visibili coloratissimi affreschi del rinascimento lombardo e l’arca di San Pietro martire.
La vera attrazione è il curioso affresco, dal titolo Miracolo della falsa Madonna, in cui la Madonna e il Bambino hanno le corna. Secondo alcune leggende le corna sono proprio quelle del diavolo, che nascosto dietro l’icona della Madonna, tentava di disturbare Pietro da Verona mentre celebrava la messa. Ma questi riuscì a neutralizzarlo con un’ostia consacrata. Le corna saranno rimaste ad perpetuam rei memoriam. Una seconda leggenda, invece, sostiene che l’affresco sia infestato dallo spirito di Guglielmina la Boema, una donna vissuta in odore di santità, ma dichiarata eretica post mortem.
Mancano ancora 400 m all’arrivo in Piazza XXIV Maggio, dove sorge l’Arco di Porta Ticinese. Situato lungo quelli che erano i bastioni spagnoli, oggi demoliti, in passato indicava uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta.
Un attimo per riposare e osservare. In mezzo ad uno degli snodi più importanti della città spicca l’ombra di un’enorme Quercia Rossa. Nata nel 1895 in America, fu trapiantata il 24 maggio 1924 a ricordo dei giovani caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Sembra un vecchietto appoggiato ad un bastone. Probabilmente è alla fine della sua vita. Se si vuole portare a casa un pezzo-simbolo di questa città, è il momento di chiudere gli occhi, scattare una foto col cuore e preservare per sempre il ricordo di questo albero. Molte lotte sono state fatte per preservarlo. Purtroppo sembra che sia giunto alla fine naturale del suo ciclo vitale.
Ultimi 250 metri e arriviamo alla Darsena in Porta Ticinese; da qui si diramano i due corsi d’acqua Naviglio Grande e Naviglio Pavese. Benvenuto nella Zona dei Navigli! Questo è il posto giusto dove fermarsi a consumare qualcosa prima di riprendere a passeggiare per un ultimo saluto alla città. Una passeggiata che si può apprezzare in ogni momento della giornata: la mattina è il mondo dei lavoratori sempre di corsa e pieni di impegni, a farci compagnia; la sera invece sono per lo più i giovani con le loro chiacchiare, sogni, e pensieri, magari consumando al bar, o ad un ristorante etnico, la cena o l'aperitivo. Divertente è attraversare gli innumerevoli ponticelli che collegano le sponde dei canali, ancora navigabili; osservare l’intricata rete di vicoletti con grandi portoni in legno che nascondono le famose case di ringhiera, tipiche dell’architettura milanese. Infine imperdibili sono i negozi alternativi, antiquari, botteghe d’arte, atelier di moda, librerie, cartolerie per appassionati e anche piccole gallerie di quadri.
Ancora un ponticello e ci si trova improvvisamente avvolti nel silenzio della Chiesa di San Cristoforo. Non sappiamo molto dell’originario edificio, ma quello odierno fu fatto realizzare grazie a Gian Galeazzo Visconti che accolse la richiesta dei cittadini, desiderosi di celebrare la fine della peste.
Ancora visibile al civico 14 dell’Alzaia del Naviglio Grande c’è il vicolo dei lavandai, uno scorcio praticamente intatto di storia davvero suggestivo e meritevole di una visita. No, non è un errore di trascrizione, è proprio dei Lavandai. Infatti fino a metà del Novecento erano uomini quelli che appartenevano alla Confraternita Lavandai di Milano, e che si recavano a lavare il bucato delle famiglie ricche della città. Con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale i membri della Confraternita furono sostituiti dalle donne.